Vittorio Bettio è stato il grande artista e ideatore del presepio e dei suoi meccanismi.
Vittorio Bettio e il suo presepio
Nel 1948 a Basilea (CH) Vittorio vide (molto probabilmente) per la prima volta un presepio non tradizionale, raccontava che c'erano delle statuine che si muovevano.
Da questo fatto nacque il Vittorio "presepista".
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Nell'anno 1950/51 creò il suo primo presepio meccanico: la forza motrice era data da due meccanismi di sveglie le quali collegate a due pulegge trainavano un nastro sul quale erano attaccate della statuine. Una serie di figuranti entrava nella grotta, e l'altra saliva ad un mulino: era tutto molto bello ed era una novità per Castellavazzo. C'era però un problema: bisognava caricare continuamente le sveglie. Sempre nei primi anni '50 elaborò, migliorandolo, il presepio con carica ad orologio.
Nell'anno 1954 studiò e realizzo il primo vero presepio meccanico; questa volta la forza motrice era l'acqua la quale muovendo una ruota a pale (come quella dei mulini) faceva girare un asse sul quale convergevano tutti nastri e cavi che facevano muovere il presepio. E qui bisogna soffermarsi un po' perché era tutto si piacevole a vedersi ma c'erano anche dei sacrifici non indifferenti da sopportare. Il presepio era situato in Via Roma n° 90 e precisamente nella cucina dell'abitazione perché l'acqua corrente oltre al bagno era presente solo in cucina, e sul lavello era situata la ruota motrice, perciò i sacrifici più grandi doveva sopportarlo Maria, la moglie di Vittorio, alla quale era precluso l'uso dell'acqua in certe ore e non sempre predeterminate. Bisogna anche ricordare che finché il presepio era situato in casa, Vittorio cominciava al suo realizzo alla fine di settembre per poi disfarlo alla fine di gennaio.
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Ecco perché un grande merito va anche a Maria, che in quel periodo era tutto fuorché la regina di casa. Però c'erano anche tante belle soddisfazioni, ogni anno aumentava la gente che veniva a vedere il presepio, si erano interessate la radio e la stampa, e a metà degli anni '50 Vittorio, su consiglio delle autorità civili e religiose locali, partecipò al concorso provinciale del "Presepio cristiano", ricevendo il 2° premio dalle mani dell'allora Vescovo di Belluno e Feltre Mons. Muccin. La motivazione fu che pur meritando ampiamente il 1° premio il presepio di Vittorio non rappresentava nella maniera tradizionale il presepio cristiano. Quello che per Vittorio rappresentava un vanto, cioè aver fatto un presepio che ricordava i propri luoghi, la propria gente, con i lavori più classici e umili della montagna, rappresentava per la giuria un punto di demerito e non di lode; Vittorio non fece polemiche ma pur sollecitato in vari modi non partecipò più a nessun concorso. Alla fine degli anni '50 ed inizi '60 il presepio si ingrandì ulteriormente visto che non fu più possibile, per ovvi motivi logistici, continuare a costruirlo nella cucina, l'allora parroco Don Demetrio concesse in comodato l'uso di un locale della chiesa parrocchiale (il locale dove tuttora si trova il presepio). E qua per la prima volta Vittorio approfittò della tecnologia, gli regalarono un motore elettrico, che restò l'unico elemento del presepio non autocostruito, perché la grandezza di quest'opera non è tanto la bellezza del risultato, ma il modo completamente empirico della costruzione e dell'assemblaggio (per ridurre la velocità si usavano ruote di bicicletta di varie grandezze, per le variazioni delle luci i trasformatori sono il risultato di barre di rame che entrano ed escono lentamente da catini di acqua salata, e questi sono solo due esempi di un presepio che poteva svilupparsi solo dalle mani e nella testa di Vittorio).
E per finire un aneddoto: a metà degli anni '70 la Regione Veneto invitò Vittorio a presentare il suo presepio alla mostra dell'artigianato nazionale che si svolgeva a Venezia. Era una mostra prestigiosa e tutte le spese erano a carico della Regione Veneto; Vittorio a malincuore rispose no, per un motivo semplice: il presepio non si poteva dividere ed intero non passava per la porta; anche i tecnici della sovrintendenza venuti appositamente a malincuore confermarono il no.
Ora il presepio, grazie alla buona volontà di persone amanti di queste cose, continua nel periodo Natalizio a deliziare i bambini e a interessare gli adulti, cercando di riparare e ripristinare movimenti ormai persi con la stessa "tecnologia" e filosofia con cui Vittorio li aveva ideati.
Adesso è bello pensare che lassù, dove si trova ora Vittorio, sia più facile anche per lui fare il presepio, visto che gli interpreti principali li ha a portata di mano.