Riportiamo alcune curiosità che ci sono state segnalate riguardo al presepio.

Aneddoti e curiosità

Nicola Olivier e Francesco Bettio sono serviti come modelli per gli angeli in volo sopra il presepio.
Diapositive fatte nell'estate 1978.

Sono il figlio di Vittorio e con piacere vi scrivo su sollecitazione di mia sorella Carla per raccontarvi alcuni aneddoti.
Ho collaborato alle varie costruzioni del presepio fino al 1962 quando la storia della vita mia ha portato a Trieste.
Storie da raccontare ce ne sono tante, spero che quelle che mi ricordo siano interessanti.

  • Riguardo al presepio con carica a sveglia, mio padre aveva studiato tanto tempo come eliminare la carica a molla che era poco pratica, per sostituirla con dei contrappesi (come quelli del cucù). Però per muovere quei due gruppi di statuine ci volevano contrappesi molto pesanti con l'inconveniente che non avendo una valida frizione qualche volta scendevano (i pesi) molto velocemente e così si vedevano le statuine correre a velocità impensabile e irrealistica nella grotta e al mulino. A dire il vero questa cosa mi piaceva molto e mi faceva ridere. Ovviamente i contrappesi per azionare le sveglie non furono mai utilizzati.
  • Era la vita di Castel che dava a Vittorio gli spunti per realizzare il suo presepio. Nelle sere in autunno, e qualche volta con la neve d'inverno, dalla nostra casa di via Roma 90 (ora Via dei Fiori) si vedeva spesso nel buio più totale una o due lucette di lampade a carburo che salivano per il “troi de sant'Antoni”. Erano persone che salivano da Codissago e Casso. Ogni tanto il lumicino spariva per riapparire un po' più in alto. Mio padre nel presepio riportò questo episodio con dei personaggi che salivano la montagna, muniti di lumicini che si accendevano a intermittenza.
  • Alla fine degli anni '50 durante le feste natalizie, cioè quando il presepio era vistabile a tutte le ore, Vittorio voleva che ogni tanti minuti si sentissero (nel presepio) suonare le campane. Diceva che il presepio era ambientato in montagna e che per chiamare a raccolta la gente (i pastori) bisognava sentire questo suono. Vittorio a suo modo era un perfezionista, ma non c'erano giradischi, men che meno registratori, e riprodurre il suono delle campane con dei piccoli campanelli è stata un'impresa insuperabile. La voce che aveva bisogno di vari tipi di campanelli si sparse, e i vicini di casa portarono campanellini, campanacci e anche campanelli di bicicletta. Per molti giorni in casa si sentirono tutte le musiche di campanelli immaginabili fuorchè il rintocco delle campane. Non se ne fece niente e per qualche anno l'unica musica che si sentiva era il cigolio delle pulegge.
  • Vittorio voleva che durante la notte nel cielo stellato volassero gli angeli. Perciò costruì (sempre in maniera empirica) un meccanismo con degli specchi in movimento rotatorio. Questo meccanismo (non so se esiste ancora) proiettava sul cielo due angeli in movimento. La cosa difficile fu la ricerca delle foto degli angeli, non riuscì a trovarne una che andasse bene. La soluzione fu trovata in casa. Furono fatte due vesti celesti, due coroncine, quattro ali bianche e mio figlio Francesco e mio nipote Nicola diventarono angeli. Ancora ora ricordando il fatto mi vien da ridere, perché Francesco essendo piccolino no aveva nulla da obiettare. Nicola avendo due anni di più si considerava grande perciò si sentiva un manichino ridicolo. Fu veramente difficile fotografare Francesco e Nicola in posa come fossero due angeli in un volo celestiale.
  • La cripta, prima di ospitare il presepio, serviva come deposito di arredi funerari di Beniamino Zoldan (Beniamin nonzol). Mio padre, grande amico di Beniamino, era felice che don Demetrio gli avesse concesso quello spazio per costruire il presepio e non aveva nulla da obiettare sulla presenza di questi arredi. Era uomo di fede vera, perciò conviveva tranquillamente con una serie di casse da morto di varie misure. Una sera per motivi logistici dovette spostare tutta quella roba nell'entrata. Quella sera mia madre pregò una vicina di casa (non mi ricordo chi) di chiamare Vittorio perché era pronta la cena. La signora aprì la porta della cripta e si trovò davanti ad un muro di casse da morto; chiamò Vittorio fuggendo piena di paura. Mio padre essendo anche un po' sordo, non sentì nulla e poco dopo arrivò a cena tranquillo.
  • Mio padre voleva che ogni anno ci fosse qualcosa di nuovo nel presepio. Un anno provò a fare la pioggia, e nel primo piano del presepio fece una specie di stillicidio, ma il risultato, non lo soddisfò. Aveva timore che potessero crearsi dei cortocircuiti e così dopo tanti tentativi, lasciò perdere. Invece per creare uno scenario con la neve ci provò per due anni consecutivi. La neve (granelli minutissimi di una specie di polistirolo) cadeva in maniera lieve. Sul pianale del presepio, in posti nascosti, c'erano sei piccoli aspiratori, i quali oltre che aspirare la neve, la rimettevano in circolo. Con una specie di pompa la neve veniva portata nella parte più alta del presepio e da qui veniva soffiata da due piccoli ventilatori nel presepio stesso. Bisogna anche ricordare che gli aspiratori, la pompa, ed i ventilatori se li era costruiti sempre lui. Lo scenario con la neve era molto bello, la neve cadeva per tutta la larghezza del presepio, però solo in un'area precisa prestabilita. Ma c'era un inconveniente al quale non seppe trovare una soluzione; bastava un giro d'aria o magari uno starnuto e la neve si sparpagliava per tutto il presepio, anche all'esterno dell'area dove erano posizionati gli aspiratori. Questo gli creò un grosso problema che lo assillò per tanto tempo. Non trovando una soluzione ideale, dopo due anni di prove lasciò perdere.

Paolo Bettio