Castellavazzo

L'abitato di Castellavazzo, situato circa 2 km a nord di Longarone, è un piccolo borgo della Provincia di Belluno, noto per essere stato un importante presidio romano e per la plurimillenaria arte di cavare e lavorare la pietra che in questi luoghi trovò naturale fioritura.

Due scoscesi versanti montuosi, degradanti nel loro protendersi verso sud, cingono strettamente l'alveo del fiume Piave, fino alla forra sulla quale troneggia lo sperone di Castellavazzo dominato dall'antica Pieve.

In corrispondenza di questo preciso riferimento geografico ha inizio la Val Belluna, chiusa ad anfiteatro nella sua estrema propaggine settentrionale.

Nella direzione opposta si diparte il canale del Piave, il quale, dopo un serpentino e soffocante andamento, giunge fino alle ariose località della conca cadorina, tra le quali spicca la Magnifica Pieve di Cadore.

Il Piave, dall'aspetto prevalentemente sornione nel suo incedere verso la foce, ha sempre interagito profondamente con queste realtà, portando segnali discordanti di prosperità, distruzione, vita, morte.

Al fondovalle si contrappongono le vette dei monti circostanti, dalle forme spesso inusuali, talune monumentali, arricchite da un amalgama che lascia intravedere il caleidoscopio cromatico e silvestre dell'ambiente dolomitico.

Il paese di Castellavazzo e le attività dei suoi abitanti si sviluppano circondati dalle paurose balze naturali che la genesi geologica ha riservato per questi luoghi, creando una spontanea convivialità tra l'uomo e la roccia.

La particolare conformazione orografica, ha trasformato questa regione in un naturale baluardo difensivo, di conseguenza più volte sfruttato e adeguato alla presenza antropica.

Castellavazzo ha ricoperto il ruolo di centro primario di questa porzione della Val Belluna, fintantoché le esigenze difensivi vennero a cessare, ovvero quando nel XIX secolo gli aspetti amministrativi e sociali vennero acquisiti dalla vicina Longarone.